Il trambusto della Fashion Week ha conquistato la città di Milano, che ha
dato il via alla settimana dedicata alla moda con tre giornate destinate ad una
serie di fiere dedicate a materiali e pellame, calzature e macchinari di
produzione. Fiere che ogni anno accolgono in pochi giorni oltre 40mila acquirenti
internazionali. Nata nel 1981, Lineapelle è oggi considerata una delle più
importanti fiere internazionali dedicate alla pelle, agli accessori, agli
accessori, ai prodotti sintetici e ai modelli per calzature, pelletteria e
abbigliamento per il settore moda e interior design.
Oltre 1.300 espositori provenienti da 47 paesi diversi hanno preso parte
alla fiera per presentare le prossime collezioni Autunno Inverno 24/25 che per
questa edizione sono state ispirate dal tema comune della metamorfosi e del “Tutto,
concretizzando l'idea di contaminazione, sperimentazione e creatività senza
limiti applicati al design. Naturalmente, al centro della fera sempre presente
il tema ricorrente della sostenibilità, con vari esempi di sperimentazioni sui
materiali secondo le logiche “zero spreco” e circolarità.
Nel contesto frizzante e stimolante di
Lineapelle ha trovato posto anche Spin360, un’azienda italiana impegnata sul
versante dell’innovazione sostenibile che offre a marchi ed istituzioni del
settore moda servizi di consulenza ambientale e di business. In collaborazione
con Lineapelle, Spin360 ha co-lanciato i Science Based Fashion Talks, un
ricco palinsesto di incontri e dibattiti di alto livello incentrati su scienza,
innovazione, tematiche di interesse industriale, con ospiti e relatori provenienti
dall’ambiente scientifico, enti internazionali, professionisti e operatori del
settore Tech e brand.
Tra i temi all'ordine del giorno: the
World of Trends- emerging supply chain relationships, che ha visto sul
palco, Luca Tonello, General Manager Deda Stealth insieme a Silvia Gugliotta,
Product Responsibility Manager Manolo Blahnik, Elisabetta Baronio, Senior
Sustainability & Responsibility Manager, Timberland, e Nicolò Giusti,
Direttore Sourcing and Production, Tommy Hilfiger.
Con
la moda che rappresenta una delle industrie più impattanti a livello ambientale
al mondo, le grandi Maison del lusso devono ripensare i loro obiettivi
di business, tenendo conto non solo dei fattori economici, ma anche degli
scenari globali e ambientali, indirizzando il loro modello produttivo verso la
rotta della sostenibilità.
Il ruolo centrale della supply chain come catalizzatore per il cambiamento è stato al centro del dibattito.
'Cosa significa sostenibilità per te in
una sola parola?' ha chiesto Nicolò Giusti di Tommy Hilfiger rivolgendosi alla
platea. Una domanda che di fatto rappresenta una questione seria e rilevante
che molti brand, soprattutto nell'Unione Europea, si trovano ad affrontare
oggi: “non so cosa fare, cosa è necessario fare e cosa dovrò affrontare nel
futuro”.
Queste le domande che i brand
si pongono all'improvviso durante questo periodo di cambiamento derivante dalla
legislazione recentemente emanata e da quella in arrivo dall’UE e da oltreconfine.
Una cosa, tuttavia, è certa: è essenziale cominciare dal principio, con i
materiali e con l’innovazione. Sì, perché tutto ha inizio dai fornitori.
Tracciare l'origine dei prodotti che
costruiamo è un processo 'estremamente frammentato e complesso' e i fornitori
stanno 'lottando per dare ai marchi e ai Sustainability Manager delle aziende
il supporto di cui hanno bisogno' afferma Luca Tonello. C'è un grande divario
di apprendimento per i marchi, ma ancora di più per i loro fornitori e questo
richiederà sempre più informazioni e dati per tracciare e valutare le
performance da entrambe le parti.
Come afferma Silvia Gugliotta di Manolo
Blahnik, 'noi brand abbiamo bisogno di una quantità enorme e in continua
crescita di informazioni da parte dei nostri fornitori, e questo richiede loro
un grande impegno per non rimanere indietro.' Con brand e fornitori che si trovano ad
agire su fasi diverse e con tecnologie non allineate, ottenere i dati di cui
hanno bisogno non è per niente semplice. I processi manuali e, talvolta, non strutturati
che vengono utilizzati per raccogliere le informazioni necessarie avvengono
talvolta in sistemi diversi, indipendenti dal sistema ERP o PLM in uso dal
brand, discute Luca Tonello.
Senza dubbio, creare un ponte di
comunicazione e migliorare i rapporti con i fornitori è fondamentale per
guidare un cambiamento positivo e proattivo. Come ha affermato Silvia
Gugliotta, Manolo Blahnik ha lanciato un'iniziativa di onboarding per i
fornitori, riunendo in un unico ambiente di lavoro i vari players impegnati nel
raggiungimento di un obiettivo condiviso: questa modalità di lavoro da un lato
guida il fornitore a lavorare secondo modalità più snelle ed efficienti e dall’altro
lato rende i diversi attori della filiera più consapevoli delle sfide da
affrontare per il brand.
Qual è, quindi, il ruolo della
tecnologia in questo puzzle complesso che coinvolge diversi stakeholder? Snellire
i processi e aggregare le informazioni in un unico sistema, spostando il
ruolo dei dati dal semplice 'reporting' al miglioramento dei processi'
all'interno dell'infrastruttura e della produzione di un’azienda moda.
Anche
se non possiamo dare una definizione chiara della sostenibilità, è importante
considerarla come un processo di miglioramento che può iniziare a prendere
forma attraverso la digitalizzazione e con il controllo sui processi a monte
della filiera, afferma Tonello.
Con soluzioni tecnologiche come Stealth
Connect e Bsamply che possono essere utilizzate sia da brand che fornitori per
gestire tutte le fasi dal sourcing iniziale alla produzione finale del capo
finito, è possibile ridurre i processi manuali e la complessità della raccolta
dati e informazioni, limitando l’uso di sistemi frammentati.
Un metodo che nel
lungo periodo ridurrà gli sforzi dei fornitori e fornirà dati tangibili e
verificabili per il brand. Dati che saranno una fonte puntuale da cui attingere
per interpretare e valutare le performance, supportando la tracciabilità e
migliorando la sostenibilità lungo la catena del valore, e allo stesso tempo,
rispondere alle nuove modalità di acquisto guidate dalle nuove generazioni di
consumatori.