Nel 2020 abbiamo assistito
ad uno stravolgimento del settore Fashion che si pensava intoccabile. Fino a
prima della Pandemia la moda era fatta di “esperienze fisiche” e
“interazioni” tra le persone. Ora ci siamo impensabilmente adattati a nuove
regole, mettendo in campo soluzioni alternative che solo il digitale ha saputo
trasformare in opportunità di successo. E così abbiamo visto Milano sperimentare
le prime Fashion Week digitali, seguita poi da tutte le altre piazze principali
internazionali. Nonostante il momento complesso, è stato intento comune trasmettere
lo spirito creativo del settore e cercare di condividerlo con più spettatori
possibili, obiettivo ampiamente raggiunto, con importanti avanzamenti sul
profilo tecnologico da cui non si potrà più prescindere in futuro.
Dopo un 2020 con fatturati
del comparto moda mediamente in calo e pronostici difficili, il 2021 si è
aperto invece con cifre ben diverse: un recupero progressivo del divario
negativo sul 2019, che fa sperare in una ripresa consistente nel terzo
trimestre di questo 2021. Il settore è sicuramente uno dei più colpiti dalla
crisi generata dalla pandemia, ma il saldo commerciale del Fashion si attesta a
17.4 miliardi di euro, confermando il settore come il primo contributore alla
bilancia commerciale del Paese. (fonte Confindustria Moda)
Per quanto ci riguarda, abbiamo
sfruttato il momento per investire risorse
finanziarie e umane nello sviluppo di nuovi moduli - Sostenibilità e Order
Management System – con l’obiettivo di rispondere con efficacia alle più
complesse esigenze del comparto, anticipando, guidando modelli e best practice
e contribuendo a definire il tanto atteso “new normal”. Abbiamo, inoltre, accelerato ulteriormente nella vendita del software in modalità SaaS, modello
di fruizione destinato ad avere un progressivo incremento, e abbiamo ampliato
il nostro bacino di riferimento integrando la nostra offerta con una soluzione
pensata per il dinamico e molto ampio mondo dei designer indipendenti e delle
start up grazie all’acquisizione della società inglese Zedonk, che ha dato
il via al nostro percorso di internazionalizzazione. Il periodo incerto che l’economia globale sta affrontando ormai da diversi mesi ha notevolmente inciso non solo sulla vita e sulle scelte delle persone, ma anche sull’assetto del Fashion Market. Per quanto inatteso, infatti, il ciclone del cambiamento non risparmia i players del Fashion Retail che devono ripensare gli schemi d’acquisto, riconsiderare il concetto di “store” e assecondare le esigenze del nuovo consumatore.
Quando parliamo di
sostenibilità oramai è chiaro sempre a più player del settore che l’urgenza di
azioni concrete è progressivamente più palpabile.
Urgenza spinta senz’altro
dal consumatore, che sceglie sempre attentamente i brand più eticamente e
socialmente impegnati. Le aziende del Fashion stanno rispondendo a questa
esigenza perseguendo una linea di business più sostenibile che, per essere davvero
tale, deve toccare l’intero ciclo di vita del prodotto: dal design,
all’approvvigionamento, alla produzione, arrivando a coinvolgere le fasi di
spedizione, retail e wholesale fino allo smaltimento, al riuso o al
riciclo. Analizzare tutti questi processi e tutte le informazioni che ne
derivano richiede una capacità di governo ed elaborazione dei dati
straordinaria che solo la tecnologia può abilitare.
Questo è quanto abbiamo sviluppato con il nuovo modulo Stealth® Sustanaibility Solution che, integrato al nostro ERP, è in grado di raccogliere dati da più fonti e consolidarli in maniera significativa, in modo che abbiano un reale valore analitico, che siano storicizzati e quindi disponibili e recuperabili nel tempo e soprattutto “auditabili”. L’analisi dei dati permette alle aziende di mettere in atto concretamente attività e strategie che creino valore non solo per i consumatori, i partner e gli stakeholder, ma anche per il business stesso, con una struttura di audit interno condivisa, aumentando, di conseguenza, il proprio vantaggio competitivo nella consapevolezza che gli impegni sociali e ambientali soddisfano le esigenze di tutti.
Caratterialmente sono ottimista, mi rendo conto che la situazione
non è semplice e che il settore è stato messo a dura prova, soprattutto per ciò
che tocca il comparto Retail. Si è parlato della crisi di un mercato che ha
dovuto mettere in discussione molto di sé stesso: rivedere i propri processi
per aumentarne l’efficienza; aprirsi a nuovi modelli di business; potenziarli o
integrarne di nuovi dove le piattaforme eCommerce non fossero ancora state
sviluppate, anche se nella maggior parte dei casi c’erano, ma fino a quel
momento non avevano ricevuto la valenza strategica del canale tradizionale
fisico. Ho ascoltato intere organizzazioni rivedere improvvisamente i propri
piani di investimento e potenziare reparti e strutture fino a quel momento
considerate non primarie.
Quel che è certo è che la pandemia ha cambiato i
comportamenti dei consumatori imprimendo una forte accelerazione alla domanda
digitale che non potrà che portare ad un “new normal” in cui omnicanalità e
ripensamento del mondo Retail saranno imperativi. Per questa ragione abbiamo
investito nello sviluppo del nostro nuovo modulo – Order Management System – che
analizza i dati raccolti dall'esperienza di
acquisto online e offline. L'OMS dà alle aziende la possibilità di analizzare i
flussi delle vendite in ottica Omnichannel e in base a questi definire
tempestivamente tutti i processi legati alla supply chain.
Dalla tecnologia ci aspettiamo
tanto, anche che sappia fare evolvere la creatività che caratterizza il settore:
dalle collezioni alla concezione di nuovi modelli business. La crisi arriva, ci
può mettere in difficoltà, ma porta con sé cambiamento e rinnovamento, se siamo
pronti ad accoglierlo.